
Sulla ricerca


According to Cresswell (1992),
Escobar (2001),
Massey (2004)
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La ricerca esplora il margine nello spazio urbano, analizzando il senso del luogo delle persone che abitano il margine attraverso la lente del cibo
Progetti legati al cibo che adottano strategie di cura attraverso il cibo:
la Casa del quartiere e l’ Orto Urbano ​
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Il senso del luogo del margine è stato analizzato secondo tre dimensioni in questi progetti:
margine, bisogno, e cura
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bell hooks (1989)
O’Connel,
Brannen (2021)
Joan Tronto (1993)

Domanda di ricerca
L'obiettivo di questa ricerca è capire come le relazioni di cura, attraverso la soddisfazione del bisogno materiale, sociale ed emotivo di cibo, possano trasformare l'esperienza dei luoghi studiati, e da lì estendersi a spazi più ampi nel margine, decostruendone le rappresentazioni proiettate dal centro

Metodologia
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Qualitativa, Partecipativa, Visuale: deconstruire rappresentazioni marginalizzanti per restituire un’imagine complessa e dal basso di Barriera di Milano e i suoi luoghi, secondo le epistemologie femministe e decoloniali.
Positionalità, reflessività, intersezionalità
Metodi
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Partecipativi e visuali (contromappatura, video, foto, documentario interattivo)
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Analisi dei dati
Il margine





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Senso del luogo informato dalle narrazioni e rappresentazioni, sia interne che esterne al margine. Varia a seconda della posizionalità
Il margine è fluido e mobile. Visibilità delle persone razzializzate come caratteristica del margine
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Barriera come Barriere
Anziani e italiani: idea romantica del quartiere passato che ora è invaso
Persone migranti che trovano in Barriera il proprio centro
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Bisogno di cibo
Casa del Quartiere
Il cibo ha un ruolo cruciale nel dare forma al senso del luogo (identità, memoria, riterritorializzazione)
I bisogni legati al cibo cambiano a seconda del genere e della classe.
Orto Urbano

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Bisogni materiali. Aspetto psicosociale della povertà alimentare: il cibo è vissuto con frustrazione e senso di colpa. Assistenzialismo.
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Bisogni legati alla qualità del cibo e alla socialità.
Benefici dell'orto non materiali ma psicosociali.
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Cibo come aiuto
Cibo come cura




Cura
Casa del Quartiere
Orto urbano
Più assisteza che cura. Potere trasformativo della cura nel senso del luogo limitato alle persone che si attivano nel progetto (volontariato).
Capacità di portare insieme soggettività differenti
Prendersi cura di sé. Orticultura come modo di prendersi cura della propria salute psicofisica. Accessibilità limitata alle persone più marginalizzate.




Conclusioni
Entrambi i campi possono essere definiti come luoghi liminali che riescono ad avere un impatto sulla vita delle persone promuovendo l'apertura, l'incontro e la mediazione, ma entrambi riflettono limitazioni strutturali legate a fratture su base di (quello che viene percepito come) razza, di genere e di classe difficili da sradicare, così come il ruolo limitato del terzo settore nel welfare di prossimità.
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